sabato 7 marzo 2009

L'autorità con gli occhi a mandorla


Il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi sentenzia: "Nello sviluppo di relazioni con la Cina, altri Paesi non dovrebbero consentire al Dalai Lama di visitarli e di organizzare presso di loro le attività separatiste tibetane" aggiungendo "credo che questo sia parte integrante delle norme che presiedono alle relazioni internazionali".
Questo non è nient'altro che l'ultimo colpo di genio del """governo""" cinese (con diverse virgolette). Breve riassunto delle prese di posizione assolutamente illegittime nei confronti della religione buddista:

  • Nel 1995 l'11esima incarnazione del Panchen Lama (la seconda autorità spirituale del Tibet) un bambino di nome Gedhun Choekyi, fu rapito dal governo cinese e da allora non se ne hanno più notizie
  • Nel 2007 la Cina si è auto-avvalsa del potere di nominare tutti gli alti monaci tibetani, e in futuro anche il 15esimo Dalai Lama
  • Per finire l'anno scorso Pechino ha cancellato un summit Cina-Ue dopo che il presidente francese Nicolas Sarkozy incontrò il leader spirituale tibetano costretto a vivere in esilio
La conclusione? Henry Kissinger: "Il potere è l'afrodisiaco supremo".


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